vi segnalo questa iniziativa dell’Associazione Lia Trucco sul lutto.
Una serata dal titolo LUTTO: CHE COS’E’ E COME SUPERARLO? che si terrà MARTEDI’ 7 GIUGNO alle ore 21 presso il salone dell’Oratorio Don Bosco a Saluzzo.
Ne parleremo con:
- Maria Clotilde Genesio - Formatrice PRH
- Arianna Garrone - Counselor e Responsabile Progetto Sostegno Lutto - Fondazione Fabretti di Torino
- Cilla Burzio - Counsellor ed Esperta in scrittura autobiografica
- don Marco Gallo - Docebte di teologia presso lo STI e l’ISSR di Fossano
Qui di seguito l’articolo uscito sul Corriere di Saluzzo del 9 giugno 2011:
SALUZZO - Sono molteplici gli eventi che possono irrompere nella nostra esistenza causando una sofferenza più o meno intensa e uno scompenso emotivo: un fallimento educativo, una separazione coniugale, la mancanza di figli, una tragedia familiare, una malattia grave, la vecchiaia.
Tutte queste situazioni sono legate ad una perdita, non soltanto di un familiare o di una persona cara, che gli esperti definiscono lutto. Se ne è parlato martedì 7 giugno al don Bosco, nel corso di un incontro organizzato dall’associazione “Lia Trucco sempre in orchestra con te”. Sono intervenuti counsellor e formatori i quali hanno presentato la loro esperienza professionale e personale ed anche il teologo, don Marco Gallo che ha offerto una visione di più ampio respiro analizzando il tema sotto gli aspetti culturale e religioso.
«Del dolore si può e ci si deve liberare – è l’imperativo di Maria Clotilde Genesio, dell’istituto di formazione psicopedagogica PRH (personalità e risorse umane) -. Ho avuto modo di osservare come le persone sovente portassero dentro di sé tratti depressivi: sentimenti di tristezza, angoscia, nostalgia. Forse questi stati d’animo dipendono da perdite, frustrazioni che, se non elaborate, potrebbero anche degenerare in malattie psicosomatiche. Il lutto è una realtà che ci troviamo ad affrontare ogni volta che subiamo una perdita e il nostro dolore sarà direttamente proporzionale all’investimento emotivo legato all’oggetto del nostro amore».
L’elaborazione del lutto passa attraverso diverse fasi emotive e cognitive: affrontare il dolore si può, se si conoscono gli strumenti idonei per farlo. «Per quanto mi riguarda, la scrittura mi ha aiutata tantissimo –, con la voce rotta dall’emozione Maria Luisa Burzio, Cilla, racconta al pubblico la propria storia legata alla prematura scomparsa della figlia Lia -. Stavo frequentando la libera Università dell’autobiografia di Anghiari quando è mancata Lia. Tre settimane dopo l’accaduto le lezioni sarebbero riprese. Si trattava di decidere se completare il percorso di studi o lasciare perdere tutto. Insieme a mio marito abbiamo deciso di andare avanti. Avevo appena scritto la mia autobiografia, perché il metodo di insegnamento prevede che siamo noi a scrivere per poter insegnare agli altri a farlo, e i professori mi chiesero di integrarla con quanto mi era accaduto nell’ultimo anno. Così scrissi un capitolo dedicato a Lia. Mi costò lacrime e sangue, ma finalmente potevo far leggere e condividere con qualcuno questo mio dolore».
Scrivere come atto liberatorio, raccontare per non isolarsi nella propria sofferenza. Raccontare, parlare cioè della propria esperienza, è un altro strumento, adottato soprattutto nei gruppi di auto mutuo aiuto. «Perché - spiega la professoressa Arianna Garrone della fondazione Fabretti di Torino - la forza per superare un lutto arriva dalla condivisione del dolore e da uno spirito di solidarietà, amicizia, simpatia, che scaturisce e che lega le persone anche al di fuori degli incontri di gruppo».