Mercoledì 8 e giovedì 9 agosto 2012 - Gran Paradiso
Carissimi compagni di escursione,
la gita si è conclusa fisicamente e spiritualmente nel migliore dei modi ieri, ma credo sia rimasto in ognuno di noi il retrogusto di immagini stupende, di nuove conoscenze, amicizie, dialoghi e condivisioni nati in questi due giorni intensi e faticosi.
Ho appreso che un componente del nostro gruppo ha contribuito nella sua vita lavorativa alla costruzione delle ruote della bicicletta di Francesco Moser per il record dell’ora di velocità di qualche anno fa.
Mi è venuto subito spontaneo paragonare il nostro magnifico gruppo al mozzo centrale della ruota della bicicletta.
Ci sentivamo un cuore ed un’anima sola, tutti uniti, compatti, fusi nell’unico desiderio di scalare e raggiungere la vetta del Gran Paradiso che tutti abbiamo potuto ammirare fin da subito dal parcheggio delle nostre auto.
Ho provato stupore per la sua bellezza, candore, imponenza, lontananza, nitidezza, poi anche incredulità nel pensare che l’indomani noi tutti saremo saliti fin lassù dove finisce la roccia e la neve ed avremmo toccato il cielo con un dito e saremmo stati ancora più vicini a Lia.
Al ritorno alle auto a fine gita, ho rivolto nuovamente lo sguardo all’insù, stesso rituale del giorno prima e la vetta era ancora li, a darmi questa volta il suo definitivo addio. L’ho rifotografata, immobile che si lasciava nuovamente baciare dal sole e salutata per l’ultima volta della mia vita con un groppo in gola ma da poter ancora dire a me stesso con orgoglio: stamattina alle 10 anch’io ero in sella a quel colosso a contemplare, gioire, ringraziare, offrire i miei limiti, commuovermi e pregare.
Poi i saluti, gli addii, gli abbracci, un po’ di emozione e rammarico e noi 13, come 13 raggi di quella bicicletta virtuale allontanarci e diramarci da quel mozzo centrale verso direzioni e località diverse.
Per fortuna c’è anche un cerchio che tiene insieme tutti quei raggi anche se ormai un po’ distanti tra di loro. Non è di alluminio tanto meno al carbonio, ma di una lega speciale che ognuno di noi conosce fatta di pensieri, vicinanza spirituale, cuore grande e scrittura. Che collante nelle nostre fragili mani….a noi il compito di farla girare nella nostra mente quella ruota a 13 raggi.
Il primo raggio, quello più vicino alla valvola, vedo Cilla.
Grazie alla tua intraprendenza, alla tua capacità organizzativa, al tuo entusiasmo per la vita, abbiamo potuto sfidare e scalare un altro 4000 e credo tutti te ne siamo grati e di abbozzarne già un’ altro per il prossimo anno.
Mi ha spaventato la tua reazione di rifiuto dinanzi al primo seracco impegnativo che dovevamo oltrepassare ed ho subito pensato: se lei fa i capricci con due mani, cosa faccio io con una sola??? Per fortuna è stato provvidenziale il rimprovero di Silvio.
2 raggio. Silvio la guida, taciturno, responsabile, attento, premuroso e generoso verso tutti.
Ha dedicato tre quarti d’ora agli imbraghi, ramponi e formazione delle tre cordate con calma e competenza. Anch’io ho avuto bisogno del suo aiuto e gliene sono grato. Ha trainato a valle, come fa la chioccia con i propri pulcini, anche la cordata che faticava a trovare la strada di casa.
3 raggio. Giacomo suo figlio, timido ed amante della montagna come il papà, vedo in lui i requisiti necessari per diventare una brava guida quando l’età glielo permetterà.
4 raggio. Prima new entry Pietro. Grazie ai tuoi stati d’animo e comportamenti vari, ho capito qualcosa in più riguardo la Resurrezione. Vederti la sera stremato, disteso sul letto sofferente,affaticato, dolorante, depresso, spossato, silenzioso, assonnato e poi l’indomani dopo la visita miracolosa del cardiologo Livio, loquace, simpatico, esuberante, riposato, riconoscente, entusiasta e gioioso…. mi chiedo, non è un miracolo tale trasformazione!!!!.
5 raggio. Seconda new entry, Mauro, equilibrato, (non alla corda sotto nel prato), taciturno, lui fa i fatti, sa portare in silenzio ed umiltà lo zaino dei “moribondi” rinunciando a competere con chi ha raggiunto per primo il rifugio.
Con il suo pizzetto alla don Rodrigo, e la sua picca post bellica, a prima vista mi ha creato un po’ di disagio, ma poi si è lasciato travolgere e si è sciolto nel gruppo. Ha pareggiato al ritorno, privo di zavorre, la sfida della salita con una discesa mozzafiato.
6 raggio. Elisa la combattiva. Sempre tra primi quando non era in cordata. Chissà quanto mi ha odiato vedendomi scendere per primo dietro la guida.
Anche lei, come don Rodrigo si è sfogata nell’ultima discesa per esaurire le forze che ancora le rimanevano. Grazie alla sua generosità ho potuto telefonare a casa perché il mio cellulare era inattivo.
7 raggio. Adamo grazie che hai onorato la mia pensione con il limoncello più di qualunque altro e inconsapevolmente mi hai alleggerito lo zaino. Ti ho invidiato la sera, quando non ancora coricati, ti sei subito addormentato con lenzuolo e coperta inclusa anche se si soffocava dal caldo. Mi ha stupito il tuo salire in vetta sprovvisto di occhiali da sole, ma non perché li avevi dimenticati o persi come è successo a qualcun altro, ma perché ti danno fastidio. Ecco perché andavi così forte….eri più leggero. Con la tua divisa immacolata imitavi la statua della vetta e ben ti mimetizzavi col paesaggio circostante. Nello stesso tempo ti avrei visto bene alla parata militare di Roma quando sfilano tutti i corpi della Nazione. Grazie che abbiamo pasteggiato la sera con lo squisito vino della cantina sociale del tuo matrimonio il 14 luglio.
8 raggio. Ombretta, mi ha fatto infinito piacere chiacchierare un po’ con te la sera a cena davanti ad un buon bicchiere di vino degli sposi e scoprire al secondo anno che ci conosciamo, che tuo fratello è mio compaesano e che tu sovente vieni ad allenarti per le alte quote proprio dalle nostre parti. Ti volevi scrollare qualche anno di dosso e ti sei cimentata coi giovani nell’ultima discesa.
9 raggio. L’innamoramento della montagna di Carla è inversamente proporzionale al livello di dove abita. Più sta in basso durante l’anno, più le piace salire in alto durante le ferie. Stento ancora a capirla. Che cuore grande per come gestisci ogni anno le tue ferie estive, tornare in Italia per rivedere le tue compagne-amiche di scuola.
10 raggio. Livio sei di un’umiltà e generosità invidiabile. La sera hai capito il disagio di Pietro e ti sei precipitato subito al suo capezzale per cercare di guarirlo imitando quell’ormai famoso falegname di Nazareth, e grazie alla tua fede, ci sei anche riuscito.
L’ indomani volevi capire il disagio di Ombretta dello scorso anno quando le si è rotto lo scarpone; tu hai voluto fare altrettanto ma con un po’ di furbizia in più perché eravamo quasi a valle. Grazie della tua testimonianza di vita e la voglia di salire ancora nonostante la tua non più tenera età.
11 raggio. Roby, avrei voluto dirti più volte: che abbronzatura, ma non era il termine giusto!!!
Mi sei piaciuto più alla guida della tua auto che sul ghiacciaio perché abbiamo potuto chiacchierare e approfondire maggiormente la nostra amicizia. Provavo compassione nel sapere che l’indomani non avresti neppure potuto coccolare la tua stanchezza perché avresti ripreso il lavoro. Forse tu sei l’unico del gruppo che può capire il paragone che ho fatto con la bicicletta.
12 raggio. Marcello. Con familiari ed amici al seguito avevo paura di un tuo ammutinamento ed io non sapere da che parte stare, se confermare la nostra amicizia che risale all’era glaciale, oppure tradirti con l’ impeccabile organizzazione di Cilla. Tantissimi piccoli tuoi gesti concreti mi hanno fatto supporre ciò, l’essere sempre l’ultimo da aspettare, doverti cercare nella notte buia tra i partenti delle varie spedizioni perché tu ti eri nuovamente assentato al momento giusto. Poter fermare la tua cordata quando e dove ti pareva visto che ne eri, su mandato di Silvio, diventato il responsabile. Fare la doccia quando proprio non era il caso, difatti nessuno di noi l’ha fatta. Isolarti nel rifugio a pranzare da solo forse proprio per escogitare qualche tattica. Sei il classico “bastian cuntrari” come diciamo dalle nostre parti.
13 raggio il sottoscritto. Il mio raggio sembrava fuoriuscito dalla sede ed ad ogni giro di ruota urtava da qualche parte. Mi spiace di aver rattristato qualcuno quando ho condiviso al gruppo la mia rinuncia alla parte rocciosa della cima perché il mio handicap me lo avrebbe impedito. Chiedo scusa a chi involontariamente attraverso la mia loquacità, battute ed esuberanza, ho ferito o rattristato. Chiedo scusa se qualcuno si aspettava da me un gesto di generosità o di attenzione ed io ho sprecato, senza accorgermene, l’occasione.
Comunque vi voglio bene, vi penso e vi abbraccio tutti, naturalmente come ne sono capace.
Questo è il mio pezzo di cerchio di bicicletta che desidero sempre far girare.
vostro Marcello
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