Quest’anno mi è più difficile scrivere della nostra salita alla Ciamarella per ricordare Lia.
Faccio parte dello “zoccolo duro” che non manca a questo appuntamento con Lia e con sua madre, e, come bene ha già scritto Marcello, passata la novità cerco di trovare per me il senso più vero del mio essere presente.
Ho cercato ispirazione e momento per scrivere.
Lo faccio ora, seduta al sole davanti a un bel rifugio in Val Codera, mentre guardo un bambinetto che sta imparando a camminare sul prato, insieme a sua madre.
Cade, si rialza, non si scompone.
E’ un processo naturale, nel giro di pochissimo camminerà da solo e non saprà come ha imparato.
La sua esistenza al mondo prende le mosse da questa fragilità.
Viviamo e respiriamo come se fosse scontato, di rado abbiamo la consapevolezza di come siamo fragili.
Io metto i piedi per terra quando mi devo confrontare con un lutto, con una perdita, con una malattia.
Allora, quando cerco in me il senso di salire in montagna con Lia, con sua madre e con altri amici, mi confronto con il mistero della vita e del lutto. Celebro il rito della fragilità della vita, mi do un’occasione di curare il dono della vita.
Mi rammento della fragilità sfidandola, correndo i rischi che si corrono per raggiungere queste vette.
In molti momenti ho sentito che questa era una contraddizione: voler ricordare una creatura persa compiendo un’impresa che ci fa rischiare un po’ della nostra vita.
Però guardo quel piccolo bambino… per imparare a stare in piedi, a camminare, rischia e cade e si rialza. La curiosità e la voglia di scoprire lo fanno crescere.
Così cammino e ricordo Lia, e Francesco, e Joan, e Vanna, e… e… e…
Non rinuncio a vivere, conservo la memoria, tengo a mente la delicatezza della nostra esistenza.
Grazie a tutti quelli che ci sono stati, sulla cima della Ciamarella.
….la colonia degli astigiani , Gianni, Roberto e Davide, per me è stata particolarmente importante, e loro tutti sanno perché. Sono le mie radici, mi fa bene starci vicina.
….Cilla e Carla sono due donne che ho ritrovato dopo anni. Sono belle Madri, e le ringrazio per quello che mi sanno insegnare sul tema…
….Marcello è una sicurezza, lo vedo una volta l’anno ma so che c’è, che ci posso contare.
….Pietro mi ha tenuto tanta compagnia con la sua simpatia, con il suo canto e la sua stupefacente sensibilità.
….Maria Grazia è una piacevole scoperta, silenziosa e consistente presenza, spero di ritrovarla
….Silvio… ha parlato!!! E grazie per esserci di nuovo guida.
Un abbraccio a tutti, ci vediamo alla prossima!
Ombretta