Un po di dati dei 2 giorni: Km 8,9 + 25,25 - dislivello positivo 1526mt + 716mt - ore camminate 6,03h + 11,58 h
Cronaca di un cammino. Bellissima escursione!
Dopo il lungo viaggio (partenza alle 4 da Saluzzo con arrivo alla Malga Bedole 1500 mt. nella Val di Genova) siamo partiti alla volta del rifugio Lobbie Alte in un paesaggio incredibile.
Davanti il muro del “batolite terziario dellAdamello”come viene chiamata la roccia granitica che caratterizza tutto il massiccio. Un muro di granito con in alto il ghiacciaio “Vedretta della Lobbia” che precipita a cascata nella sottostante vallata con un frastuono che riempie la valle.
Dopo essersi districati, gradone per gradone lungo la bassa valle, il sentiero si è inerpicato sulla parete sinistra idrografica sotto la cima della “Lobbia di mezzo” superando con ingegno e con l’ausilio di alcune corde fisse, le bellissime balze che caratterizzano questa roccia lisciata finemente dal ghiacciaio. Superato il salto, siamo risaliti in mezzo a enormi masse granitiche montonate dall’antico ghiacciaio fino alla sommità tenendoci sempre vicini alle masse rocciose della Lobbia Alta. Abbiamo infine raggiunto l’omonimo rifugio “Lobbia Alta caduti dell’Adamello”a quota 3020.
La salita è stata lunga impegnativa e la Cilla ha faticato non poco, ma ce l’ha fatta!
Il rifugio sorge sopra i resti di una vecchia casermetta poco sopra il ghiacciaio che collegale due “Vedrette” ed ha davanti la catena con il Dosson di Genova (cima poco più bassa dell’Adamello) e la vetta con il famoso cannone. E’ un rifugio confortevole che però abbiamo trovato pienissimo, quasi imballato.
Dopo esserci sistemati abbiamo mangiato una discreta cena (la mia a base di fagioli grazie ai quali ho potuto l’indomani lasciare copiose tracce) e siamo andati a nanna.
La sveglia alle 4 ci ha permesso di metterci in moto poco dopo le 5.
Dal rifugio, attrezzati adeguatamente, siamo scesi verso il ghiacciaio della “Vedretta del Mandrone perdendo un centinaio di metri. Da quel punto abbiamo ripreso a salire; abbiamo raggiunto il Ghiacciaio dell’Adamello e superata una costa più impegnativa siamo arrivati alla cima dell’Adamello 3539 mt
Gioia, felicità, foto, abbracci ed uno sguardo al magnifico paesaggio che ci circondava. Il Bernina, l’Ortles … e “mille” altre cime e ghiacciai. Ma Silvio già premeva e quindi dopo un bel momento insieme per salutare Lia, la partenza.
Discesa verticale poi via sul ghiacciaio.
Abbiamo percorso tutto il ghiacciaio dell’Adamello e tutta la Vedretta del Mandrone fin dove questa (poverina) diventa ghiaccio puro e finisce in un lago che precipita le sue acque nel vallone sottostante.
Attraversato il torrente su un bel ponte, abbiamo finalmente – dopo un non breve cammino – raggiunto il rifugio “Città di Trento al Mandrone” 2449 mt. Qualche birra, qualche boccone e via verso casa.
Prima un lungo traverso che ci ha permesso di abbracciare in un solo colpo d’occhio i due ghiacciai e buona parte del cammino percorso, poi la discesa diritta e diretta verso il rifugio Adamello e quindi verso la malga Bedole ed infine all’auto.
Una gita che oserei definire “fantastica” per i paesaggi, l’imponenza, la dimensione geografica e per lo spettacolo che ha offerto. Un vero dono che ognuno di noi ha apprezzato.
Prima di partire con l’auto un momento di meditazione con un grande grazie a Lia che continua ad accompagnarci nel cammino ed un abbraccio a Cilla che instancabile anno dopo anno organizza il tutto.
Ho provato un grande gioia ed una altrettanto grande gratitudine; per questo dico un grazie a tutti per la simpatia, il cuore e l’affetto con cui ci siamo legati ed un grazie anche a Silvio che continua instancabile a viaggiare con noi.
In quanto ai partecipanti, ognuno ha dato il meglio di sé …da Cilla con meno fiato del solito ma sempre “la solita Cilla viva e verace” che ben conosciamo; Fiocco che sa infiocchettare simpaticamente il tutto, l’Ombretta che porta la sua luce, il più silenzioso ma simpatico Davide, il basico ed essenziale Mauro; il “guido” (così Pietro ha mascolinizzato “la guida”) che non molla mai e ci porta via dalle cime quando noi ci “stiamo così bene sopra ... “ al sottoscritto che deve sempre dire la sua …