Mi scuso se scrivo solo ora, ma ho avuto una settimana molto complicata dove ho dovuto concentrarmi su tanti altri aspetti che mi hanno assorbito tutto.
Ora però sono arrivato dove volevo, sono tranquillo e posso anche scrivere le mie impressioni e condividere i miei commenti.
Devo dire che conoscevo approssimativamente i limiti dell’escursione di domenica scorsa, ma arrivato al col d’Entrèves, ho provato tutto subito un po di delusione. Percorso già finito …?
Poi ho mi sono ricreduto e mi sono chiesto: “ma cosa voglio di più?”
Proprio sopra di noi il Bianco, a sinistra la cresta tra l’Aiguille d’Entrèves e l’Aiguille de Toulle con tutti gli scalatori arrampicati sulla cresta come formiche, a sinistra la Tour Ronde, il Mont Maudit, il Mont Blanc du Tacul, dietro l’Aiguille du Midi con in mezzo il grande mare di ghiaccio dominato dal dente del Gigante e dalle Grandes Jorasses. E dalla parte opposta della valle il Gran Paradiso, la Grivola, il ghiacciaio del Rutor. Un paesaggio incredibile con tanti piccoli puntini colorati e tanti ricordi degli anni trascorsi.
Pensavo a questo mentre è iniziato tra noi lo scambio che ci ha fatto cogliere la bellezza dei nostri vissuti, ma anche le fatiche ed i dolori che li segnano. Anche qui un “paesaggio” a colori forti e con tante sfumature, altre cime o depressioni; un paesaggio comunque espresso con meraviglia da tutti noi.
E mi è bastato … mi sono accorto che stavo toccando (e stavamo toccando) il massimo che la vita ci può offrire e mi sono sentito colmo e pieno di meraviglia.
Grazie di cuore; grazie a tutti, nuovi e “vecchi” (solo nell’età perché nel vissuto non ho colto differenze); grazie di queste ore insieme che resteranno indelebili finché il tempo non provvederà a cancellarle … ( ma sarà mai così Lia?); grazie dei sorrisi, e dei pianti, dell’impazienza, della pazienza, della scherzosità e della serietà. Grazie.
Un grazie infine a chi con tenacia ha tenuto duro ed ha permesso il tutto.