PROIETTATI NEL FUTURO E IMMAGINA... - Seconda media
Proiettati nel futuro e immaginati ormai adulto. E’ la sera del 24 novembre 2025 e tu, dopo una giornata intensa, ti fermi a riflettere scrivendo il tuo diario, come fai puntualmente tutte le sere da quando avevi dodici anni.
E’ sera. Fuori infuria il solito temporale di novembre. Lampi e tuoni sembrano fare un movimentato balletto, mentre una pioggia insistente batte su ogni cosa.
Il cielo è cupo e minaccioso, come se da un momento all’altro dovesse squarciarsi a metà; contemporaneamente a tutto ciò, un forte vento gelido impedisce a chiunque di uscire di casa. Io sono nella mia dolce cameretta pronta con la penna in mano per scrivere il mio diario segreto: è la serata ideale!!
Se ben ricordo fin da ragazza ho avuto la passione per lo scrivere.
Caro diario, tu sei sempre stato, per me, più di un amico fedele! Anche adesso, che ho ormai 32 anni sento ancora il bisogno di scrivere nelle tue pagine. Adesso, abito in un appartamento dello stesso condominio dei miei genitori. Non so come mai, ma non sono riuscita a separarmi da loro: sono sempre stata nostalgica e triste al pensiero di lasciarli.
Spero di non essere, però, troppo appiccicosa (troppo mammona)! Non mi sono ancora sposata, ma i bambini da accudire non mi mancano: lavoro in un asilo nido!! Mi sono sempre piaciuti i bambini piccoli, fin da ragazza. E adesso il mio desiderio si è avverato! E’ però un lavoro molto faticoso: esci da lì che sei a pezzi.
Caro diario oggi è stata una delle giornate più faticose!!
Siamo nel periodo dei raffreddori e delle influenze e così, circa metà dei bambini sono rimasti a casa. Gli altri, però, ci hanno fatto faticare parecchio.
Prima di tutto, essendo un po’ malaticci, sono molto difficili da trattare: appena non va bene qualcosa si mettono a urlare a più non posso e nessuno li ferma più.
Quando poi devono andare a nanna, non riescono a respirare per la gran quantità di catarro nel naso e noi siamo sempre lì a cercare di farli addormentare. Anche perché, se non dormono, accumulano la stanchezza e diventano intrattabili!! Lavorare con i bambini piccoli ti dà, anche, delle soddisfazioni enormi: li vedi crescere e far progressi e tu ti affezioni a loro come se fossero i tuoi bambini. Quando però devo lasciarli, divento sempre malinconica e triste.
Mi ricordo che quando eravamo piccoli, io e i miei fratelli, nel mese di novembre eravamo sempre malati, anche perché ci contagiavamo a vicenda: la nostra casa sembrava un ospedale!
Adesso invece non è più così: ognuno è andata per la propria strada. Ma…adesso basta!
Non voglio mica annegare nella malinconia!!!
Caro diario, ti devo proprio lasciare: domani mi aspetta una lunga giornata di lavoro.